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Nikkormat: una pietra miliare della fotografia

Perché a a più di cinquant’anni dalla sua presentazione sul mercato, ci ritrovamo a parlare della Nikkormat su un blog di fotografia? Innanzitutto perché è una gran macchina, che ha fatto la storia. Se la Nikon F è il prototipo della reflex moderna che ha dominato il mercato per cinquant'anni fino all'avvento delle mirrorless, la Nikkormat è il prototipo della reflex prosumer, ossia di quel tipo di fotocamera pensata per essere venduta sia al fotoamatore evoluto che al professionista come secondo corpo. Diciamo subito la cosa più importante: una Nikkormat FTn si può acquistare oggi facilmente su eBay ad un prezzo variabile fra i 50 ed i 100 euro, ed è una fotocamera capace di regalare enormi soddisfazioni ora come allora. In virtù anche del numero di esemplari prodotti, si tratta di una delle fotocamere analogiche più convenienti sul mercato dell'usato.



Ci sono già altri centinaia di siti che raccontano la storia di questa macchina, nata con il preciso intento di allargare il bacino di utenti che potessero utilizzare il parco ottiche della Nikon F, e tutti lodano le sue indubbie doti di solidità, affidabilità, design ed ergonomia. La Nikkormat fa parte di quella ristretta cerchia di fotocamere su cui non sentirete mai pronunciare una sola parola negativa, pur essendo nata come macchina destinata al popolo da vendere ad un prezzo contenuto. È un po' come il maggiolino Volkswagen, ma in ambito fotografico: qualsiasi appassionato che sia nato in era analogica ne ha avuta una, o se non l'ha avuta l'ha desiderata, o aveva un amico o un parente che gliel'ha prestata. Ciascuno ha il suo aneddoto da raccontare, un suo personale ricordo di questa eccellente serie di fotocamere, ed è stata utilizzata da intere generazioni di studenti di fotografia.

C'è chi l'ha definita la Nikon F dei poveri, ma si tratta di una definizione riduttiva ed ingiusta anche se di fatto corretta, trattandosi della prima Nikon prosumer. La verità è che la Nikkormat FTn ha la medesima affidabilità, ingombri, precisione meccanica e peso di una Nikon F, semplicemente perché è stata fatta dalle stesse menti, dalle stesse mani, dalle stesse catene di montaggio e con gli stessi materiali (otturatore a parte). È in sostanza lo stesso prodotto, volutamente privato di alcune caratteristiche non essenziali per il 90% degli utenti, per renderlo più economico da produrre e user friendly, meno adatto ad un'utenza professionale ma più appetibile per l'uomo comune. È il tipico esempio di vendita a prezzi differenziati di uno stesso oggetto.



Il "Libro Nikon" (Il libro rosso), scritto da Giorgio Bianchi nel 1970 [https://www.amazon.it/LIBRO-NIKON-ROSSO-1970/dp/B00K1GO08G] afferma che "la Nikkormat FTn fa la sua comparsa nel sistema Nikon non in contrapposizione o in sostituzione della camera Nikon F, ma come apparecchio di qualità per chi desidera una modernissima reflex oppure per chi, essendo possessore di un sistema Nikon più o meno completo, desidera disporre di una seconda camera spendendo meno che non acquistando una Nikon F. Il prezzo più moderato della Nikkormat non è stato infatti ottenuto a scapito della qualità, ma rinunciando ad alcune caratteristiche richieste solo per un impiego altamente specializzato".

La principale differenza fra le due fotocamere, analizzate nello stesso volume, è che la Nikkormat non consentiva l'uso del motore (accessorio del tutto inutile per l'utenza a cui era indirizzata) e non consentiva l’intercambiabilità dei mirini o dei vetri di messa a fuoco. Il dorso non era intercambiabile come quello della Nikon F, perciò non vi si poteva montare ad esempio il motore F-250, ossia quell’accessorio altamente specialistico che consentiva alla F di scattare una sequenza di 250 fotogrammi senza cambiare mai il rullo, utile in fotografia sportiva; era tuttavia incernierato, per cui molto più comodo di quello estraibile della F, mutuato dalle Contax prebelliche a cui si ispiravano le Nikon SP. Questa caratteristica può sembrare scontata oggi, ma all’epoca non lo era affatto, e costringeva l’utente a strane acrobazie ad ogni cambio di rullo, specialmente quando sotto la fotocamera era installato il motore o una staffa per il flash.


L’otturatore non era in lega di titanio a scorrimento orizzontale come quello della F, bensì un Copal Square a scorrimento verticale costituito da sei lamine di acciaio, altrettanto affidabile a quanto pare visto che ha resistito egregiamente alla prova del tempo, che consentiva di sincronizzare il flash ad 1/125 di secondo grazie alla minor corsa delle tendine. Anche questa soluzione era mutuata dalle Contax, che avevano un otturatore a scorrimento verticale. La Nikon F aveva invece un tempo di sincronizzazione di 1/60 di secondo, cosa che rendeva difficoltoso l'uso del lampeggiatore in esterni per schiarire il soggetto in controluce.

Una caratteristica pressoché unica della Nikkormat è la ghiera tempi, che si trova sul bocchettone d'innesto invece che sulla calotta superiore. Tempi, diaframmi e messa a fuoco sono perciò regolabili con una sola mano. Questa soluzione inspirò dieci anni dopo l'ingegner Maitani, che la adottò nella fortunatissima serie OM dell'Olympus. Il mirino non copre il 100% del fotogramma come accade nella F, ma un dignitosissimo 92%, e al suo interno sulla destra troviamo l'ago di un galvanometro, collegato all'esposimetro al CDS. Nella parte superiore vi è un riquadro che riporta il diaframma impostato. Esiste anche una versione priva di esposimetro, la Nikkormat FS, ma è stata prodotta in pochissimi esemplari, non ebbe un gran successo e, come spesso accade, proprio per questo ora è diventata il modello più ricercato dai collezionisti. La vera innovazione della Nikkormat rispetto alla F era infatti proprio l'esposimetro incorporato: fu la prima Nikon ad averlo e in pochi vi rinunciavano. L'esposimetro della FTn in particolare forniva lo stesso tipo di lettura ponderata centrale al 60% del Photomic FTn, accessorio ben più ingombrante per la F, uscito in contemporanea. Una finestrella sul dorso vicino alla manopola di riavvolgimento riporta la stessa indicazione fornita dall'esposimetro, una piccola accortezza molto utile a chi desiderasse impostare tempi e diaframmi senza bisogno di portare la macchina all'occhio che non fu più replicata in altre reflex successive.


Le lenti pre-AI del sistema F erano dotate di una forcella (chiamata in USA "rabbit ears", "orecchie di coniglio"). Per far sì che le lenti del sistema F potessero comunicare con l'esposimetro, bisognava eseguire una manovra ad ogni cambio di lente che dopo pochissimo diviene automatica. È più difficile spiegarla che eseguirla. A lente smontata è necessario spostare il perno di accoppiamento dell'esposimetro all'estrema destra e poi all'estrema sinistra. Poi bisogna impostare il diaframma 5.6 sull'obiettivo, innestarlo inserendo il perno in corrispondenza della forcella e ruotare la ghiera dei diaframmi dal valore di apertura massima a quella minima e viceversa. Sulla scanalatura vicino al selettore dei tempi la tacca rossa indicherà a quel punto il valore di apertura massima dell'obiettivo, segno che la manovra è andata a buon fine e che le misure saranno accurate.

Tutte le Nikkormat sono dotate di una leva per il sollevamento dello specchio, che serve ad utilizzare obiettivi particolari, grandangoli spinti con l'elemento posteriore troppo vicino al piano della pellicola per consentire il movimento dello specchio. Ovviamente si può sollevare lo specchio anche per minimizzare le vibrazioni in caso di scatto, in astrofotografia ad esempio. Per aprire il dorso vi è una piccola levetta a sinistra, che va tirata verso il basso. È preferibile eseguire la stessa manovra anche quando si desidera richiudere lo sportello, senza forzare o sbattere lo stesso sollecitando così la molla del meccanismo di chiusura. È sufficiente tirare la leva e chiudere delicatamente, anche in chiusura.


La Nikkormat FT, FTn, FT2 ed FT3 sono interamente meccaniche e sostanzialmente identiche. Differiscono per piccole cose, come la slitta portaflash integrata nella FT2 e nella FT3. La differenza più rilevante ai nostri fini oggi è nel tipo di batterie utilizzate per l'esposimetro. La FT2 e la FT3 utilizzano batterie attualmente in commercio, la FT e la FTn invece utilizzano una batteria al mercurio da 1,35v non più in produzione. Si può utilizzare una batteria in commercio da 1,55v in sostituzione, ma la lettura dell'esposimetro risulterebbe falsata, oppure si può utilizzare una batteria all'ossido di zinco 357 con un adattatore MR-9 (non propriamente economico). Ovviamente ci si può affidare anche ad un esposimetro esterno, o all'app Lightmeter per smartphone, una delle app più utili in circolazione per chi si occupa di fotografia, visto che la FTn è interamente meccanica e che uno dei suoi più grandi pregi è che la batteria serve esclusivamente ad alimentare l'esposimetro.



Le Nikkormat FT furono affiancate dalla Nikkormat EL nel 1972, la prima Nikon con otturatore elettromeccanico, a funzionamento manuale o a priorità dei tempi, leggermente diversa come concezione ma simile nel design. Poi la Nippon Kōgaku decise di non usare più un marchio differente per la sua linea prosumer, ma di utilizzare semplicemente il marchio Nikon per non confondere gli utenti. Nacquero così la Nikon FM, FE ed FM2, più piccole e leggere, per adeguarsi alla nuova tendenza del mercato. Nel 1988 il nome Nikon, che era quello che identificava ormai le fotocamere, divenne anche il nome della azienda, sostituendosi a Nippon Kōgaku.

Un ultima cosa, se trovate una Nikomat che vi sembra una Nikkormat compratela, si tratta della stessa identica fotocamera marchiata per il mercato giapponese, ed è anche più rara.

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