Perché raccontarvi di un'ottica entrata in produzione ormai cinque anni fa come il 18-135mm Fuji? Innanzitutto perché gli obiettivi, al contrario delle fotocamere digitali che sono dotate di un sensore, non invecchiano mai. Magari diventano vintage e si possono acquistare alla metà del prezzo di listino originale, ma continuano a svolgere egregiamente il loro lavoro, anche dopo decenni dalla loro entrata in produzione. Il 18-135mm f3.5/5.6 R LM OIS WR Fuji fa esattamente questo: svolge egregiamente - con discrezione - il suo lavoro, senza perdere un colpo dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti ormai cinque anni fa. È una delle ottiche che ho utilizzato di più per certi versi, e al tempo stesso quella che ho trascurato maggiormente, perché all'inizio la sentivo lontana dallo spirito della serie X di Fuji e dalla sua filosofia di adottare focali fisse e luminose. Ogni volta che devo affrontare un viaggio, o una qualsiasi altra occasione fotografica in cui non so esattamente in anticipo cosa aspettarmi, il 18-135mm è la prima ottica a saltare nella borsa, anche se ogni volta, puntualmente, mi si pone il dilemma: meglio lei o l'accoppiata 18-55mm e 55-200mm?
Ovviamente la seconda opzione è migliore sotto ogni punto di vista, ma comporta necessariamente l'utilizzo di due corpi macchina per montare entrambe le ottiche contemporaneamente. Perciò, se l'evento da documentare è importante e so che avrò bisogno dello stop in piú che il 18-55 ed il 55-200 insieme sono in grado di offrirmi, scelgo ovviamente loro, accettando di buon grado il raddoppio del peso dell'attrezzatura. D'altronde in certe circostanze non si può comunque fare a meno di un corpo macchina di riserva. Se devo partire per un viaggio invece, o per una occasione di cui non so nulla, finisco per afferrare dallo scaffale la fidata X-T1 con il 18-135mm, eventualmente buttando nella borsa anche il 35mm f1.4, che entra in gioco per le foto dopo il tramonto.
Perciò, a ben vedere, per quanto sia ingombrante, relativamente pesante (490g) ed abbia uno stop in meno di quella che considero la sua controparte diretta (il 18-55), il 18-135 è in effetti una delle ottiche che ho utilizzato di più del sistema Fuji X. Qualcuno l'ha definita il coltellino svizzero degli obiettivi. Dalla sua ha senz'altro il fatto di essere la prima ottica tropicalizzata del sistema, appositamente progettata per l'utilizzo con la X-T1 (il primo corpo Fuji X tropicalizzato). Se si viaggia o si vive in luoghi particolarmente piovosi è senz'altro un grande punto a favore. È vero che per impermeabilizzare qualsiasi fotocamera è sufficiente una busta di plastica intorno al l'ottica,
ma poter passeggiare sotto la pioggia con serenità e con la consapevolezza che una goccia penetrata fra una ghiera e l'altra non potrà distruggerci l'obiettivo è molto rassicurante. A questo link troverete una prova sul campo in condizioni estreme di (pioggia battente e giochi d'acqua), e l'ottica ne è uscita indenne. Con il suo quasi mezzo chilo di peso l'obiettivo tende a cascare sul fianco con la lente frontale rivolta verso il basso assumendo una posizione che protegge l'elemento frontale da impatti accidentali. Il generoso paraluce a corolla tipico degli zoom Fuji assolve una ulteriore funzione protettiva, sia quando è montato verso l'esterno che quando è rivolto verso il corpo macchina.
Il 18-135 è la seconda ottica a focale variabile Fuji dotata di un grip in gomma sulle ghiere di messa a fuoco al posto della classica ghiera in metallo inciso (la prima è stata il 55-200mm f3.5/4.8). Sui primi dépliant della Fuji X ricordo di aver letto che la ghiera in metallo è incisa al laser, ma non ho più trovato riscontro di questo. Il nuovo grip in gomma replica l'aspetto delle ghiere in metallo, ma dà l'impressione di garantire un'ottima presa anche sotto i monsoni indiani. All'inizio temevo che questa ghiera sarebbe invecchiata male, come tutti gli anelli in gomma Olympus o Nikon. Con il tempo, forse a causa della dilatazione termica del metallo e della perdita di elasticità della gomma, sulle lenti molto utilizzate le ghiere di solito perdono aderenza e tendono a sfilarsi, come d'altronde fa il rivestimento del corpo macchina. Nel mio caso, nonostante un utilizzo decisamente intensivo, il 18-135 si presenta ancora come quando è uscito dalla sua scatola, mentre non posso dire lo stesso per la mia X-T1, che ho dovuto inviare in assistenza per un ripristino totale del rivestimento in gomma qualche mese fa. Il 18-135 è anche dotato di uno stabilizzatore OIS (optical image stabilizer) che promette di aumentare la resa di ben 5 stop, il più avanzato al mondo secondo gli standard CIPA (fonte sito ufficiale Fuji). In effetti la resa è ineccepibile, in condizioni di luce veramente scarsa in interni (come una chiesa scarsamente illuminata ad esempio, o una sala conferenze) è preferibile utilizzare il 55-200mm che impasta leggermente di meno, ma il 18-135mm come si è detto è un coltellino svizzero, un'ottica versatile che scende a (lievi) compromessi per coprire ogni esigenza, non è un'ottica creata per scopi specifici. La sua caratteristica principale, il motivo per cui è stata realizzata, è proprio la versatilità. E' la perfetta ottica da viaggio, sempre pronta all'avventura, soprattutto se accoppiata ad un corpo tropicalizzato come le X-T o X-Pro.
Qui sotto potete vedere una galleria di immagini di esempio scattate con il 18-135mm e Fuji X-T1 in modalità Classic Chrome.
Dalla scheda sul sito ufficiale di Fuji italia:
Il potente zoom XF18-135mmF3.5-5.6 R LM OIS WR copre un’ampia gamma di possibili riprese: dal grandangolo con lunghezza focale equivalente di 27mm* al teleobiettivo di lunghezza focale equivalente di 206mm*.
Possiede il sistema di stabilizzazione dell’immagine da 5.0 stop più avanzato al mondo** e una struttura resistente alle avverse condizioni atmosferiche con oltre 20 aree sigillate.
*Equivalente al formato 35mm
**In accordo con gli standard CIPA
Coprendo i più frequenti angoli di vista, l’obiettivo, con il suo zoom 7,5x, è utilizzabile per numerosi soggetti in differenti tipologie di ripresa. Queste tipologie comprendono le riprese grandangolari, spesso utilizzate per fotografare paesaggi e l'architettura con un eccellente senso della prospettiva (27 millimetri*), un normale angolo di vista che cattura l'immagine naturalmente senza alcuna alterazione (35 millimetri*, 40mm*, 50mm*) e le riprese con il teleobiettivo che evidenzia, ritagliandoli, ritratti e scene sportive (85 millimetri*, 135 millimetri*, 200mm*).
Al fine di ottenere elevate prestazioni di dettaglio, con nitidezza e ricco contrasto, dal grandangolo al teleobiettivo, sono stati impiegati cristalli a elevate prestazioni con 4 lenti asferiche in cristallo e 2 lenti in cristallo ED. Il rivestimento multi-strato HT-EBC, che garantisce alta permeabilità (99,8%) e bassa riflettenza (0,2%), è applicato a tutte le lenti per ridurre efficacemente i riflessi e le immagini fantasma dell’obiettivo che spesso sono presenti nel controluce. Utilizzando la potenza dello zoom si avrà una maggiore libertà nella composizione e nella scelta degli angoli di ripresa. Una struttura resistente agli agenti atmosferici, con sigilli applicati su 20 aree del corpo obiettivo, contrasta i cambiamenti atmosferici, come pioggia improvvisa, polvere e spruzzi d'acqua. Gli utenti possono concentrarsi maggiormente sulle riprese utilizzando l’obiettivo con la fotocamera mirrorless FUJIFILM X-T1, che vanta anch’essa una struttura resistente agli agenti atmosferici e l'impugnatura verticale dedicata "VG-XT1".
La struttura è stata progettata per proteggere efficacemente l’obiettivo contro la penetrazione di particelle di polvere e umidità, per consentirne il funzionamento ottimale e per garantire un migliore feeling nell’utilizzo. Lo zoom XF18-135mmF3.5-5.6 R LM OIS WR impiega un meccanismo interno di messa a fuoco*** per aumentare la velocità dell’autofocus. Ciò è reso possibile dall’impiego di lenti più leggere e dall'utilizzo di un motore lineare. L’impiego dell’obiettivo con il corpo della fotocamera Serie X*4, compatibile con rilevazione di fase AF, garantisce riprese più semplici grazie al rapido autofocus. La tecnologia del motore lineare, aziona direttamente la lenti di messa a fuoco, producendo basso rumore e garantendo un funzionamento silenzioso durante le riprese video. Al fine di ottenere le performance dal sistema di stabilizzazione dell'immagine 5,0-stop più avanzato al mondo, è stato migliorato il sistema di rilevamento del movimento nella banda a bassa frequenza ed è stato sviluppato un algoritmo per rilevare con precisione la sfocatura dal segnale rilevato. Questo aiuta a supportare uno stile di ripresa con attrezzatura leggera che non prevede l'impiego di un treppiede. Il sensore giroscopio di alta precisione, recentemente adottato, è installato con oscillatori al quarzo che rilevano il movimento nella banda di alta e bassa frequenza.
Ampia gamma di ripresa, funzione di stabilizzazione delle immagini e una struttura resistente agli agenti atmosferici sono elementi compresi in un corpo che pesa solo 490 gr. Insieme alla fotocamera FUJIFILM X-T1, un peso di soli 930 gr. amplierà le possibili attività del fotografo per sfruttare un maggior numero di opportunità di ripresa. L’impiego di 4 "lenti asferiche", ciascuna delle quali fornisce le prestazioni dell’insieme di un maggior numero di generiche lenti sferiche, consente di realizzare un’ottica più corta. Uno stile di ripresa confortevole è garantito da una dimensione facilmente gestibile e buon equilibrio rispetto alla lunghezza totale dell'obiettivo.
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