Photosniper Zenit: il fucile fotografico sovietico
- Rodolfo Felici
- 6 lug
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 8 lug
Nel mondo della fotografia esistono strumenti che sembrano usciti da un film di guerra fredda. Uno di questi è il famoso Photosniper (Фотоснайпер), un kit fotografico militare e civile prodotto nell'Unione Sovietica e reso celebre dall'aspetto inconfondibile: una macchina fotografica agganciata a un'impugnatura simile a quella di un fucile, con tanto di grilletto per scattare. Il Photosniper ha alimentato per decenni fantasie da spionaggio, ma la sua storia è molto più affascinante e concreta.

Il primo Photosniper nasce negli anni ’40 come progetto dell’industria bellica sovietica, destinato inizialmente a scopi militari e di osservazione. La versione più celebre, però, è il Photosniper FS-12, prodotto a partire dagli anni '60 dalla KMZ (Krasnogorsky Mekhanichesky Zavod cioè Stabilimento Meccanico di Krasnogorsk), la stessa fabbrica che produceva le fotocamere Zenit e le lenti Helios, situata Krasnogorsk, una città a circa 20 km a nord-ovest di Mosca.
Il kit FS-12 comprendeva una Zenit ES o Zenit 12S (a seconda dell’epoca) e un obiettivo Tair-3S 300mm f/4.5, un teleobiettivo estremamente nitido e luminoso per l’epoca, progettato per la fotografia naturalistica, sportiva e documentaria.
La configurazione tipica del Photosniper FS-12 includeva:
Fotocamera Zenit (ES o 12S) a vite M42
Obiettivo Tair-3S 300mm f/4.5 con attacco speciale e slitta guida
Impugnatura “a fucile” con grilletto meccanico per il rilascio dell’otturatore
Cinghia per il trasporto a tracolla
Valigia metallica imbottita per il trasporto
A volte incluso: obiettivo Helios-44 58mm f/2 per usi più generici

Spionaggio? Realtà o leggenda
Contrariamente a quanto si possa pensare, non esistono prove documentali solide che il Photosniper fosse usato in operazioni di spionaggio vero e proprio. Era invece molto più diffuso tra:
Fotografi naturalisti sovietici
Reporter statali
Personale militare e paramilitare per esercitazioni
Appassionati civili, soprattutto nei paesi del blocco orientale
Il suo design, tuttavia, lo rendeva facilmente confondibile con un’arma da fuoco, il che in alcuni casi causava problemi nei paesi occidentali, dove veniva guardato con sospetto alle frontiere o durante manifestazioni.
Tecnologia e prestazioni
L’obiettivo Tair-3S era un punto di forza del kit: costruito in metallo, con lenti trattate antiriflesso e una messa a fuoco fluida e precisa. Era in grado di produrre immagini di ottima qualità per l’epoca.
Specifiche del Tair-3S 300mm f/4.5:
Lunghezza focale: 300 mm
Apertura massima: f/4.5
Apertura minima: f/22
Costruzione: 3 gruppi, 4 lenti
Peso: circa 1,6 kg solo l'obiettivo
Messa a fuoco manuale da 3m a infinito
La presa a fucile permetteva un’incredibile stabilità nell’inquadratura, rendendo possibile scattare anche con tempi relativamente lenti, sebbene si raccomandasse comunque l’uso del treppiede.

Il Photosniper oggi: collezionismo e valore
Oggi il Photosniper è più una curiosità storica da collezionisti che un oggetto realmente utile. Chi pratica la fotografia naturalistica utilizza ben altri teleobiettivi stabilizzati, e l'unico utilizzo possibile credo sia appunto quello nei boschi, perché considerato i tempi che corrono non mi sembra il caso di aggirarsi in una grande città con uno strumento di questo genere, che può essere facilmente scambiato per altro.
I prezzi variano in base alla condizione e alla completezza del kit:
Kit completo in ottime condizioni: tra 150 e 300 euro
Solo obiettivo Tair-3S: tra 80 e 150 euro
Solo impugnatura o valigia: dai 30 ai 70 euro
È ancora perfettamente utilizzabile con macchine Zenit analogiche, e adattabile al digitale con gli anelli giusti (es. M42 → Canon EF o Sony E).
Esistono strumenti simili?
Sì, ma pochi hanno avuto la stessa notorietà. Alcuni esempi:
Novoflex Schnellschussgerät (Germania Ovest): un sistema simile con impugnatura a pistola e teleobiettivi modulari.
Fotocamere per la caccia fotografica giapponesi: Olympus e altri sperimentarono impugnature o teleobiettivi lunghi, ma non in formato "fucile".
Il capostipite degli strumenti di questo genere fu però probabilmente la Hunter & Sands Photographic Gun, progettata in Inghilterra nel 1885. Si trattava di uno strumento ibrido tra fotocamera e fucile, ideato per la fotografia naturalistica a distanza. Il dispositivo univa un lungo teleobiettivo a un corpo macchina montato su un’impugnatura a forma di fucile, con grilletto per lo scatto. Pensato come alternativa “non letale” alla caccia, permetteva di fotografare uccelli e animali selvatici senza disturbarli. Questo “fucile fotografico” rappresentava una delle prime forme di caccia fotografica, pratica che avrebbe avuto grande diffusione nel Novecento. Anche se ingombrante e tecnicamente limitato, è considerato una pietra miliare nella storia della fotografia. Un esemplare è oggi conservato al Science Museum di Londra. Il suo design influenzò strumenti successivi, tra cui il fusil photographique di Marey e i kit sovietici Photosniper.

L’idea di “caccia fotografica” con teleobiettivi montati su supporti a spalla o a fucile circolava perciò già negli anni ‘30, ma il Photosniper fu il primo kit industrializzato, economico e diffuso su larga scala, a coniugare:
Teleobiettivo dedicato
Meccanismo di scatto a grilletto
Valigia modulare e trasportabile
Personalmente, il Photosniper è una delle tante fotocamere acquistate nel tempo per cui non ho mai trovato un utilizzo concreto. Il mio, acquistato in un mercatino, giace inutilizzato da più di venti anni in attesa di un qualche possibile, quanto improbabile, utilizzo. Per usare un 300mm è molto più comodo e pratico un treppiede, o al limite un monopiede, e non si rischia di diventare a propria volta un bersaglio.

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