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29 Giugno, Girandola di Castel Sant’Angelo a Roma: tra storia centenaria e incanto pirotecnico

Castel Sant'Angelo durante la Girandola / Fireworks at Castle of Holy Angel - Foto del nostro fantastico Gianluca Laurentini
Castel Sant'Angelo durante la Girandola / Fireworks at Castle of Holy Angel - Foto del nostro fantastico Gianluca Laurentini

Domenica 29 giugno, alle 21.30, Castel Sant’Angelo tornerà ad accendersi di luce e colori con la tradizionale Girandola in onore dei Santi Pietro e Paolo, una rievocazione storica che affonda le sue radici nel 1481, sotto il pontificato di Sisto IV. Fu allora che, sul Terrazzo dell’Angelo, vennero allestite le prime “macchine pirotecniche” concepite per stupire il pubblico con centinaia di razzi e giochi di fuoco, trasformando il cielo romano in un palcoscenico luminoso. La tradizione vuole che ad idearne la prima versione fosse Michelangelo Buonarroti, che progettò l’impiego di migliaia di razzi e di fontane luminose, curando il rapporto tra suono e spettacolo cromatico affinché il fascino dei colori prevalesse sul boato delle esplosioni  .


Nei decenni successivi, la Girandola divenne appuntamento fisso per le grandi celebrazioni papali, dalla Pasqua all’incoronazione dei pontefici, fino a subire interruzioni agli inizi dell’Ottocento a causa dei danni alle decorazioni sottostanti la terrazza. Fu solo grazie a un lavoro di ricostruzione filologica avviato nel 2008 dal Gruppo IX Invicta dell’architetto Giuseppe Passeri che, dopo quasi due secoli di silenzio, lo spettacolo tornò a far brillare la mole adrianea nei giorni della festa dei patroni di Roma  .


Il barocco di Gian Lorenzo Bernini contribuì poi a perfezionare la Girandola aggiungendo nuovi “flumina lucis” , fiumi di luce, e calibrando con rigore scientifico il numero di razzi in modo che l’occhio umano potesse cogliere tutte le sfumature senza sovrapposizioni eccessive  . Oggi, l’evento conserva intatto il fascino dell’antica alchimia tra arte e tecnica: ogni esplosione dipinge un arabesco di luce sul cielo notturno, mentre le torri e le mura del castello fanno da quinta maestosa a questo rito piro-musicale. Chi ama fotografare troverà nello spettacolo non solo un’occasione per immortalare scie luminose e riflessi nel Tevere, ma anche per raccontare, con un singolo scatto, il dialogo millenario tra la storia di Roma e la magia del fuoco. Buona visione e buon scatto!

 
 
 

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