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Nikon Z8, un breve test sul campo

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Da tempo volevo provare la Nikon Z8, una mirrorless molto interessante che adotta molte delle caratteristiche dell’ammiraglia Z9, ma le integra in un corpo più compatto e leggero. In occasione di un recente evento, pensato per celebrare l'unione dei marchi Nikon e Red e che si è svolto all'interno dello Studio 1 di Cinecittà a Roma, ci sono finalmente riuscito.

 

Naturalmente quello che ho potuto fare in un'oretta di libertà in giro per la parte in quel momento visitabile degli studios è molto lontano da quello che avrei voluto e potuto fare in un test completo, ma questo breve test mi ha aiutato a farmi un'idea più precisa su questo corpo macchina che ha molte frecce al suo arco. Ho scelto come obiettivo del breve test il Nikkor Z 24-70 f/2.8 S II, uno zoom tuttofare che, con il poco tempo a disposizione, si è rivelato ideale.

 

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Inizio con il dire che ho apprezzato la scelta fatta dai tecnici di diversificare il doppio slot per le schede di memoria. Il principale è per le CFexpress di tipo B, il secondo per quelle SD. Essendo le schede SD le più utilizzate da tanti anni ciascun appassionato tende ad averne già a casa, inoltre considerando il costo delle CFexpress investire su questo tipo di schede vuole dire mettere in preventivo di spendere qualche centinaio di euro in più al momento dell'acquisto di una fotocamera. Al tempo infatti non mi aveva convinto il fatto che la Z9 avesse sì un doppio slot, ma destinato a ospitare due CFexpress.

 

La mancanza dell'otturatore meccanico non mi ha sorpreso, avevo già provato la Z9 e sapevo cosa aspettarmi, però sentire quel suono sintetico al posto dell'otturatore meccanico mi ha dato sempre quella sensazione strana durante i primi scatti, ma ci si riabitua presto.

 

Nonostante il fatto che chi ha provato la fotocamera prima di me abbia usato la fotocamera in ambito video e abbia dovuto cambiare praticamente tutte le impostazioni prima di iniziare a fotografare sono riuscito a farlo abbastanza agevolmente grazie ai menù intuitivi delle mirrorless Nikon.

 

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La Z8 è molto confortevole, cade perfettamente in mano nonostante il peso non proprio trascurabile. È comunque più compatta e leggera di una signora reflex come la D850 e ciò è un gran vantaggio durante il lavoro. Ho trovato un po' scomodo il display basculante, avrei preferito uno snodo Vari-Angle. Ormai certe comodità sono abbastanza diffuse e fossi in Nikon prenderei seriamente in considerazione di cambiare il display per il futuro.

 

Per quanto riguarda la qualità d'immagine c'è poco da dire, è quella che ci si attende da una fotocamera professionale Nikon. Essendo di fatto equipaggiata con lo stesso sensore della Z9 da 45 megapixel di tipo stacked ho ritrovato quelle belle sensazioni nel vedere i risultati che avevo provato allora. Anche la resa finale dei colori è quella che ci si aspetta da Nikon, sono ben presenti tutti i caratteri distintivi che chi ama il marchio si aspetta di trovare. L'autofocus mi è sembrato buono, ma preferisco non sbilanciarmi visto che non ho potuto provarlo in condizioni che potevano metterlo in difficoltà in qualche modo.

 

Se l'avessi avuta a disposizione per un lasso di tempo più lungo mi sarebbe piaciuto provare a capire qualcosa in più riguardo alla durata della batteria, ma non è stato possibile farsi un’idea su questo parametro.

 

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Azzardo una considerazione finale forse un po' audace, ma sentita. Avendo provato in modo esaustivo la Z9, l'ho avuta con me per circa un mese, e avendo avuto questa opportunità, seppur limitata, di un test della Z8, penso che se dovessi oggi scegliere tra le due punterei sulla Z8. Non è una questione solamente economica, quella conta sicuramente perché comunque 1.500 euro di differenza ci sono, ma soprattutto per una questione di praticità. Nella Z8 ho trovato tutti i punti di forza che avevo apprezzato nell'ammiraglia, ma in un corpo più compatto ed ergonomico. I corpi macchina con battery grip integrato li trovo infatti poco versatili se non ci sono esigenze specifiche che portino dei reali vantaggi nel preferire quella soluzione, ma nel mio caso, da paesaggista, il battery grip e l'aumento di peso rappresentano un ostacolo nella maggior parte delle situazioni e visto che le modifiche che rendono più prestante la Z9 non avrebbero ricadute positive sul mio settore specifico,  tra le due preferirei senz'ombra di dubbio la Z8.

 

2 commenti

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Dev’essere stato davvero interessante provare la Z8 in un ambiente evocativo come Cinecittà, e dal tuo racconto si capisce quanto ti abbia colpito la combinazione tra qualità d’immagine e praticità del doppio slot. Anche il 24–70 f/2.8 S II sembra aver reso il test rapido ma molto efficace. E tu, quando vuoi staccare un attimo, a quali giochi da casinò ti dedichi di solito?

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