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Mario Giacomelli. Papaveri rossi — Perugia (fino al 6 aprile 2026)

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Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia – A cento anni dalla nascita di Mario Giacomelli (1925-2000), uno dei massimi esponenti della fotografia italiana del Novecento, Perugia gli rende omaggio con una mostra dal titolo “Papaveri rossi”. Allestita nello spazio Camera Oscura all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria, l’esposizione – curata da Alessandro Sarteanesi – offre uno sguardo intimo e inedito sull’opera di Giacomelli, presentando anche lavori mai esposti prima . Il cuore della mostra è costituito da cinque fotografie inedite realizzate negli anni ’60 sugli altipiani di Colfiorito e Castelluccio di Norcia: immagini in cui il colore – elemento raro nell’opera di Giacomelli, noto soprattutto per i suoi vigorosi bianco e nero – esplode nei rossi accesi dei papaveri, tingendo il paesaggio umbro di tonalità pittoriche e sorprendenti . Questi scatti ritrovati dialogano con alcune fotografie iconiche della produzione di Giacomelli, come i famosi “Pretini” che giocano in cerchio (presente anche in una versione a colori esposta per la prima volta ) e le serie dedicate alla vita contadina e ai paesaggi marchigiani astratti visti dall’alto. Il percorso espositivo è un viaggio poetico tra memoria e sperimentazione: da un lato scopriamo l’amicizia e la collaborazione artistica che legò Giacomelli al pittore Alberto Burri (è esposta corrispondenza tra i due, e fotografie che evidenziano parallelismi tra le crepe delle terre fotografate da Giacomelli e le combustioni di Burri) ; dall’altro lato entriamo nel laboratorio creativo del fotografo di Senigallia, che amava manipolare le sue stampe, graffiandole o dipingendole, alla ricerca di un’espressione sempre più libera dalla mera realtà oggettiva. Papaveri rossi rivela così un Giacomelli meno conosciuto: non solo il cantore in contrasto di luce e ombra delle campagne e degli ospizi, ma anche un artista capace di colore, di gioco e di continue reinvenzioni. Passeggiando tra queste immagini, accompagnate da testi e poesie che Giacomelli stesso scriveva a commento delle sue serie, il visitatore viene coinvolto in un’esperienza emozionale intensa. La mostra – aperta fino all’inizio di aprile 2026 – invita i fotografi contemporanei a riscoprire l’eredità di Giacomelli, la sua capacità di trasformare la realtà in visione, e a riflettere su quanto l’audacia creativa di questo maestro continui a germogliare come papavero rosso nel campo della fotografia mondiale.




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