Nuovo satellite scoperto attorno a Urano grazie al James Webb
- Alessandro Fabiani
- 1 giorno fa
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Un nuovo satellite naturale è stato individuato attorno a Urano grazie alle osservazioni del telescopio spaziale James Webb. L’oggetto, per ora designato con la sigla provvisoria S/2025 U1 in attesa del nome ufficiale da parte dell’Unione Astronomica Internazionale, è il ventinovesimo satellite conosciuto del pianeta e il quattordicesimo appartenente al gruppo delle piccole lune interne, quelle che orbitano più vicino rispetto ai grandi satelliti Miranda, Ariel, Umbriel, Titania e Oberon. Come tradizione, il nome definitivo sarà scelto tra i personaggi delle opere di Shakespeare o di Alexander Pope.
Il nuovo corpo celeste si trova a circa 56.000 chilometri dal centro di Urano e percorre un’orbita equatoriale compresa tra quelle di Ofelia e Bianca, due delle lune minori del pianeta. Le immagini che ne hanno rivelato la presenza sono state realizzate dalla NIRCam (Near-Infrared Camera) del Webb, attraverso una serie di esposizioni lunghe quaranta minuti ciascuna. Solo la combinazione dei dati ha permesso di distinguere l’oggetto, che si presenta molto più piccolo e debole rispetto ai satelliti già noti.
Il sistema di Urano appare così ancora più articolato. Gli studiosi sottolineano come nessun altro pianeta del Sistema Solare possieda un insieme tanto numeroso di lune interne, e come le loro interazioni con gli anelli suggeriscano un’evoluzione dinamica e complessa, segnata da eventi che hanno sfumato il confine tra sistema di anelli e sistema di satelliti. Il fatto che questa luna sia più fioca e minuta delle precedenti lascia inoltre supporre che ne esistano altre ancora non individuate.
Le immagini diffuse mostrano Urano circondato da tredici lune già conosciute, insieme al nuovo satellite. Per compensare la forte differenza di luminosità tra il pianeta, gli anelli e i corpi in orbita, è stato necessario costruire compositi ottenuti da più elaborazioni dei dati, così da rendere leggibili sia i dettagli atmosferici, sia la struttura degli anelli, sia le orbite dei satelliti. Le osservazioni sono state effettuate con il filtro F150W2, sensibile all’infrarosso vicino in un intervallo di lunghezze d’onda tra 1,0 e 2,4 micron.

Il confronto con le missioni del passato è inevitabile. Nel gennaio 1986 la sonda Voyager 2 rimaneva l’unico veicolo spaziale ad aver raggiunto Urano. In quell’occasione, grazie a strumenti adattati per esposizioni più lunghe e al supporto di antenne terrestri potenziate, riuscì a raccogliere immagini e dati fondamentali, scoprendo dieci lune fino ad allora ignote. Tuttavia, il satellite appena identificato non era stato rilevato, segno della difficoltà di osservare oggetti così deboli con le tecnologie dell’epoca.

Il James Webb, con la possibilità di esposizioni prolungate fino a tre ore e con una sensibilità elevata all’infrarosso, ha ampliato di molto le possibilità di ricerca. La scoperta di S/2025 U1 è quindi significativa non solo in sé, ma anche come dimostrazione delle capacità della nuova astronomia spaziale. Le osservazioni hanno confermato che il sistema di Urano conserva ancora zone inesplorate, in cui l’interazione tra lune e anelli rivela una storia evolutiva complessa e tutt’altro che lineare.
Le immagini e i dati sono stati diffusi da NASA, ESA, CSA e STScI in collaborazione con i ricercatori che hanno partecipato allo studio. L’analisi è ancora in corso e non è stata sottoposta a revisione scientifica completa, ma rappresenta già un passo importante nella conoscenza del pianeta ghiacciato e del suo intricato sistema orbitale.
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