Parker Solar Probe: la sonda NASA più vicina al Sole nella storia ci mostra immagini mai viste prima
- Alessandro Fabiani
- 7 giorni fa
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La NASA ha da poco rilasciato una serie di immagini straordinarie scattate dalla Parker Solar Probe durante il suo passaggio più ravvicinato al Sole, avvenuto il 24 dicembre 2024. In quell’occasione, la sonda ha raggiunto la distanza record di 3,8 milioni di miglia dalla superficie solare, entrando letteralmente nella corona, la parte più esterna e rarefatta dell’atmosfera del Sole.
Lanciata nel 2018, la Parker Solar Probe è stata progettata per studiare il comportamento dell’attività solare direttamente nel suo ambiente d’origine, attraversando regioni dove nessuna sonda era mai arrivata prima. Le immagini appena pubblicate, riprese grazie allo strumento WISPR (Wide-Field Imager for Solar Probe), mostrano la corona solare in dettaglio e ci permettono di osservare da vicino il vento solare, un flusso continuo di particelle cariche che il Sole emette verso lo spazio interplanetario. Questo vento è responsabile non solo delle aurore polari visibili sulla Terra, ma anche di disturbi nelle comunicazioni e nelle reti elettriche quando diventa particolarmente intenso.
Tra i fenomeni documentati nelle immagini, emerge chiaramente il cosiddetto foglio della corrente eliosferica, una struttura in cui il campo magnetico del Sole cambia direzione, passando da nord a sud. Studiare questa regione aiuta gli scienziati a comprendere meglio l’origine e la dinamica del meteo spaziale, ovvero l’insieme degli effetti che l’attività solare può generare sull’ambiente terrestre e sulle tecnologie orbitanti.
Uno degli aspetti più interessanti emersi da questa serie di dati è la prima osservazione diretta ad alta risoluzione di collisioni tra espulsioni di massa coronale (CME), fenomeni violenti in cui grandi quantità di plasma e campi magnetici vengono espulsi dalla superficie del Sole. Le immagini mostrano più CME che si sovrappongono e si fondono nello spazio, una dinamica finora solo ipotizzata. La possibilità di osservare questi scontri permette ora di studiare come le CME si influenzano a vicenda, modificando la loro traiettoria e potenza, fattori che incidono direttamente sulla loro pericolosità per le missioni spaziali e per la Terra.
La Parker Solar Probe ha iniziato il suo avvicinamento al Sole nell’ottobre 2018, pochi mesi dopo il lancio, quando già si era portata a 26,5 milioni di miglia dalla superficie solare, diventando il primo oggetto costruito dall’uomo a spingersi così vicino alla nostra stella. Da allora ha compiuto una serie di passaggi sempre più stretti, documentando la propria traiettoria con una sequenza di immagini scattate a 15, 11,6, 5,3, 4,5 e infine 3,8 milioni di miglia di distanza. Un percorso straordinario che ha permesso agli scienziati di raccogliere dati finora inaccessibili, rivelando dettagli inediti sulla struttura del Sole e sul comportamento del plasma solare.
Nonostante i risultati ottenuti, molte domande restano ancora aperte. Tra queste, il funzionamento preciso del meccanismo che genera il vento solare, in particolare nella sua componente più lenta e irregolare, e il modo in cui queste particelle riescono a sfuggire alla gravità del Sole. Capire queste dinamiche è cruciale per migliorare le previsioni sulle tempeste solari e proteggere astronauti e satelliti dalle conseguenze dell’attività solare più estrema.
Il prossimo passaggio della Parker Solar Probe è previsto per il 15 settembre 2025. Ogni nuova orbita rappresenta un’occasione per avvicinarsi ancora di più al cuore del nostro sistema e per continuare a fotografare il Sole come nessuno ha mai fatto prima.
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