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Perché le mirrorless inizialmente venivano indicate con la sigla EVIL?


Quando sono nate le prime mirrorless (la Panasonic Lumix G1 fu la prima, ma seguita a pochi giorni di distanza dalla Olympus Pen E-P1) in molti non hanno capito quale rivoluzione fosse in atto, anzi furono molti i detrattori di questo tipo di fotocamere. Personalmente quando arrivarono le prime mirrorless pubblicai un articolo sul mio sito nel quale spiegavo che nel futuro le mirrorless avrebbero avuto un'importanza pari se non superiore alle reflex. A quel tempo fui attaccato da persone che mi davano del visionario e che ora invece usano normalmente le mirrorless, magari dicendo in giro di averci sempre creduto. Si sa che la serietà e la capacità di riconoscere i propri errori non sono caratteristiche così diffuse nel genere umano.


Tornando alla questione di base si può affermare che molte persone, compresi alcuni produttori di fotocamere e giornalisti, fossero poco convinti e spaventati dalla rivoluzione che gli si prospettava davanti e, come avvenne nel passaggio dall'analogico al digitale, avessero l'interesse a mantenere lo status quo. Quindi cosa c'era di meglio per indicare la pericolosità del nuovo mezzo di usare l’acronimo EVIL? Parola che in italiano significa "male". Ma cosa significava nelle intenzioni l’acronimo EVIL? Stava per "Electronic Viewfinder Interchangeable Lens", cioè fotocamere con obiettivi intercambiabili e mirino elettronico. Nulla di sbagliato, ma è come definire una nuova tipologia di automobile per le caratteristiche dei sedili invece che per le possibilità di utilizzo o per le sue prestazioni.


Chi le ha inventate ha preferito concentrarsi sulla caratteristica saliente di questi corpi macchina, che sono a tutti gli effetti delle reflex senza specchio, optando quindi per un più opportuno termine mirrorless.

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