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Una delle fotografie più famose della storia americana era stata ritoccata.


A sinistra la foto originale che si può trovare nella Library of Congress | a destra la foto alterata

La storia recente passa soprattutto da quelle fotografie che ne hanno immortalato le emozioni, gli sguardi, gli eventi.


Una di queste fotografie è " la madre migrante" della fotografa Dorothea Lange scattata nel marzo del 1936 durante un inchiesta sui braccianti agricoli della periferia di Los Angeles.


Tornando verso Los Angeles sulla Highway 101, la Lange vide un cartello che segnalava un campo di raccolta di piselli a Hoboken, New Jersey; inizialmente restia a fermarsi perché già con tutto il materiale necessario per l'inchiesta raccolto, qualcosa gli fece cambiare idea, ed infatti ebbe ragione. Si trovò in un campo di baracche e tende e circa 2.500 persone, tutte illuse da inserzioni di giornali che cercavano personale per la raccolta ma, che ben presto si ritrovarono senza lavoro e paga a casa di una gelata improvvisa che rovinò tutto il raccolto.


Tra questi c'era una donna, Florence Owens Thompson e come scrisse la stessa Lange "La vidi e mi avvicinai alla madre disperata e affamata nella tenda, come se fossi stata attratta da un magnete. Non ricordo come le spiegai la mia presenza o quella della fotocamera, ma ricordo che mi fece delle domande. Ho scattato ssei foto, avvicinandomi sempre di più dalla stessa direzione. Non le chiesi il suo nome né la sua storia. Lei mi disse che aveva 32 anni.


La Lang fece 6 scatti con la sua fotocamera GraFlex 4x5 con la consapevolezza di aver ripreso l'essenza della crisi di quel momento.


Ma dopo la verifica degli scatti, il migliore aveva un grossissimo difetto per Lange, che decise di rimuovere il difetto, alterando la fotografia, contro il parere dell'allora capo dell'Amminstazione per la sicurezza delle fattorie (FSA) Ray Styker , che riteneva che ne avrebbe compromesso l'autenticità. Nella foto in basso a destra,in evidenza, c'era il pollice della madre di Florence Owens Thompson che secondo la Lange rovinava l'insieme della fotografia.


Personalmente credo che alterare una fotografia per estrapolarne un emozione e renderla ancora più visibile non sia un male, ovviamente senza esagerare.

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