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Leica si dissocia dallo spot censurato in Cina, il bello è che la foto in questione fu scattata con

Avrete forse già sentito parlare, in questi giorni, di uno spot che è stato realizzato da una agenzia pubblicitaria brasiliana per il brand Leica.

Lo spot, intitolato "The Hunt", della durata di circa cinque minuti, rischia di rivelarsi un autogol per il celebre marchio tedesco per vari motivi.



Nel filmato, dai toni cupi ed adrenalinici, si alternano immagini di forte tensione emotiva scene ambientate in zona di guerra che ricordano molto il finale del film Salvador di Oliver Stone. Il ruolo del protagonista principale è impersonato da un fotoreporter braccato dalle autorità cinesi, il quale da una camera di un hotel cattura lo scatto del "tank man", il rivoltoso sconosciuto che il 5 giugno del 1989 affrontò da solo una colonna di carri armati cinesi durante le proteste di piazza Tienanmen.

Il 3 giugno ricorrerà il trentesimo anniversario dei fatti di piazza Tienanmen, e probabilmente è per via di questo anniversario che l'agenzia brasiliana ha avuto l'idea dello spot. Il video termina con la frase "Questo film è dedicato a coloro che prestano i loro occhi per farci vedere".


Il primo problema per Leica è che il filmato è stato censurato in Cina. Sul social network Weibo sono stati addirittura vietati i commenti su di esso. Leica ha fatto sapere che "prende le distanze dal contenuto mostrato nel video e si rammarica di eventuali fraintendimenti", spiegando che lo spot non è stato direttamente commissionato dall'azienda. Il video è stato rimosso dai profili social e Youtube dell'agenzia F/Nazca.

Evidentemente Leica, che ha una importante partnership con Huawei ed una solida reputazione nel mercato cinese, non vuole commettere l'errore commesso da Dolce e Gabbana qualche mese fa.


Il secondo problema è di carattere storico. La foto di Piazza Tienanmen fu scattata veramente a distanza di sicurezza dalla camera di un Hotel, per la precisione il Beijing Hotel, da Jeff Widener, un reporter dell'Associated Press.

Il fatto è che non utilizzò una reflex Leica come quella che si vede nel video (sembrerebbe una R6), bensì una Nikon FE2, dotata di un 400mm e di un moltiplicatore di focale. I rullini furono poi lasciati nella camera dell'hotel, per non essere sequestrati dalla polizia, e venne pagato un giovane "biondo e con la coda di cavallo" che si occupò di recuperarli e farli avere all'agenzia.

Dal punto di vista della storia non cambia nulla che quell'immagine sia stata scattata con una Nikon piuttosto che con una Leica, ma dal punto di vista pubblicitario bisogna dire che l'agenzia si è presa una bella licenza poetica.


Fra tutte le storiche foto di guerra che avrebbero potuto scegliere, sono andati a pescare una delle poche che non è stata certamente scattata con una Leica.


C'è da dire anche che come spesso accade nel caso di scatti celebri esistono almeno due versioni della foto di piazza Tienanmen. Una versione fu scattata con una focale più ampia da un operatore che evidentemente non disponeva di un teleobiettivo, ed almeno altri quattro reporter raccontarono di aver ripresero la scena, e che i loro rulli furono sequestrati dalla polizia. Si potrebbe ritenere che lo spot racconti la vicenda di uno di questi operatori meno fortunati.


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