Due ottiche 7Artisans ed alcune considerazioni sugli acquisti inutili
Giorni fa mi sono imbattuto in un video che decantava le lodi di un obiettivo sottile, molto sottile. Si trattava di un ottica di una compattezza estrema, una di quelle che, ho poi scoperto, sono definite “body cap lens”. Questo tipo di lenti hanno lo spessore di un tappo copriobiettivo, e a quanto pare sono state introdotte sul mercato in tempi recenti da Olympus, che produce lenti simili con focale 8mm.
L'obiettivo che avevo visto io invece era un 18mm prodotto dalla 7Artisans, una casa cinese con sede a Shenzen nata dall’idea di un gruppo di appassionati. Un collezionista di Leica, dei designer ottici e dei progettisti di impianti industriali si sono riuniti intorno a un tavolo ed hanno deciso, a quanto pare, di produrre ottiche a focale fissa per mirrorless di varie marche. Ciascuna ottica 7Artisans è disponibile per vari tipi di innesto.
L'ottica in questione è affascinante nel suo genere. è costruita interamente in metallo, ha una ghiera di messa a fuoco manuale ma nessuna ghiera dei diaframmi.
Il diaframma disponibile è infatti solamente uno, f6.3. Per assicurarsi che la foto sia correttamente esposta la cosa migliore è impostare la macchina su P con selezione della sensibilità automatica, e lasciar decidere a questa che tempi usare e a quanti ISO lavorare.
Per apprezzare un ottica di questo genere è necessario comprenderne la filosofia di utilizzo. Per chi è pensato un oggetto del genere, e a cosa serve?
L'obiettivo mi ricorda vagamente il 27mm pancake che ho sempre utilizzato sulla Fuji X-M1, ma è ancora più piccolo. È un pancake spinto all'estremo. In molti pancake attuali la ghiera dei diaframmi non è presente, e la selezione dell'apertura avviene tramite comandi sul corpo macchina. In questo caso non è presente perché son stati eliminati i diaframmi.
Eppure quest'ottica non costa poco. Costa poco rispetto all'eccellente 18mm f2 Fujinon per dire (68€ contro 350€), ma la resa dei due non è neppure vagamente paragonabile.
Si potrebbe ritenere che è pensato per chi, abituato ad altre focali, desidera comunque avere nella propria borsa un grandangolo economico, ma la resa è peggiore di quella di una qualsiasi ottica zoom venduta nel kit base.
Se si dispone di uno smartphone di fascia medio-alta orientato alla fotografia probabilmente la resa sarà inferiore anche a quest'ultimo, nonostante le dimensioni minuscole del sensore di uno smartphone.
Perché allora, nel 2024, quando ciascuno ha uno strumento adatto a far foto sempre in tasca, qualcuno dovrebbe decidere di spendere quasi 70 euro per un grandangolo dalla resa discutibile, un'ottica che il più delle volte si rivelerà inadeguata per svolgere lavori su commissione, priva di diaframmi e di automatismi di qualsiasi tipo?
Perché io stesso ho deciso di comprarlo, e da qualche giorno mi sto divertendo parecchio ad utilizzarlo?
Perché pur avendo l'ottimo 18mm fujinon, che ho utilizzato per anni con grande soddisfazione, sto girando da giorni con questa “cinesata” nella tasca?
Ebbene, c'è da dire che a mio parere, nel 2024, nulla di ciò che ruota intorno al mercato della fotografia deriva da esigenze concrete come invece era un tempo.
Un tempo in molte case non c'era neppure una fotocamera, e quando c'era le memorie di famiglia erano scattate con ciò che passava il convento, magari una Bencini Comet, una Kodak Instamatic, una Polaroid o la Zenith regalo della prima comunione. Oggi ciascuno di noi minimamente appassionato possiede, oltre alla fotocamera del cellulare, diversi apparecchi digitali ancora validi che magari giacciono inutilizzati da anni in un cassetto. Sul mercato dell'usato si possono comprare a 100 euro reflex che dieci anni fa ne costavano 1700, perfettamente funzionanti. Oggettivamente siamo sommersi da un surplus di materiale fotografico, e non credo che chi compra un obiettivo di questo genere possa farlo perché non ha di meglio sottomano.
Questo oggetto fotografico non è perciò pensato per chi non ha già un grandangolo e ne desidera uno.
Alcune foto di prova con il 18mm 7Artisans
Perché l'ho acquistato io?
Innanzitutto (per il principio del surplus di cui sopra) avevo una mirrorless inutilizzata. Si trattava di una splendida fuji X-M1, compagna di tante avventure, che purtroppo aveva l’autofocus rotto. L'ho sempre utilizzata con il 18mm f2 fujinon o con il 27mm pancake. Quest’ottica prometteva di unire il meglio di entrambi i mondi, la focale del primo e la compattezza del secondo, e di rifunzionalizzare con poca spesa una macchina che ho amato tanto altrimenti irreparabile.
Certo, avrei preferito una resa almeno paragonabile alle ottiche Fuji. Se decido di utilizzare una fotocamera invece dello smartphone è presumibilmente per ottenere una resa migliore. È inutile scegliere di usare un sensore venti volte più grande di quello di uno smartphone per poi metterci davanti un pezzo di vetro inadeguato. Lo smartphone, rispetto alla fotocamera, ha dalla sua la fotografia computazionale, un insieme di lenti di focali diverse, la geolocalizzazione ed il backup automatico delle foto, la compattezza assoluta, la condivisione istantanea ed i backup automatici.
Ma la fotografia non è fatta solo di esigenze pratiche, non più di qualsiasi altra attività umana. Se così fosse, non avrebbe più senso studiare e ricercare tecnologie ormai obsolete. Non avrebbe alcun senso collezionare ed utilizzare fotocamere vintage. Non avrebbe più senso la fotografia analogica.
Nella vita c'è spazio anche per il sottile piacere di scattare una foto solo per vedere se è venuta bene, o di maneggiare una fotocamera a forma di fotocamera per il piacere di utilizzare uno strumento fisico dedicato e non uno smartphone.
Ecco, la mia X-M1 ha trovato una seconda vita nell'attuale configurazione di fotocamera ad ottica fissa, equipaggiata perennemente con il 18mm 7Artisans, depotenziata perché ormai priva di autofocus.
Così configurata mi ricorda tanto una delle prime creature di Maitani, la mezzo formato Olympus PEN EE, con la sua sottilissima ottica fissa caratterizzata da un piccolo elemento frontale circondato dalla cella anulare dell’esposimetro al selenio.
Me la porto in tasca facendo finta di avere con me una versione digitale della creatura di Maitani, con la forma della PEN EE ma equipaggiata però con un grandangolo come lo fu l’Olympus XA3, ultima incarnazione dell’idea di base del grande designer nipponico, quella di creare un oggetto ubiquo, da avere sempre con sé come una penna (da cui il nome PEN), ma capace di realizzare buone fotografie.
In realtà l’incarnazione attuale di questa idea sarebbe proprio lo smartphone, ma quello l’ho in tasca sempre e comunque. Ne ho scelto uno che è capace di produrre ottime fotografie e filmati in HD, uno Xiaomi 11t pro, anch’esso di produzione cinese come il 7Artisans, e lo uso con soddisfazione in un'infinità di circostanze e applicazioni.
L’X-M1 con il 18mm 7Artisans è per una infinità di aspetti uno strumento più limitato e più limitante dello smartphone. Produce immagini decisamente meno definite, con una gamma dinamica inferiore, non può sfruttare l’AI o la fotografia computazionale. Ma allora perché lo sto usando? Continuo a chiedermelo anche mentre scrivo queste righe.
Il mio esemplare sembra abbia anche una certa difficoltà a mettere a produrre immagini nitide se messo a fuoco a infinito, ma temo che siano tutti così. Affidandosi sostanzialmente solo all’iperfocale, questo tipo di obiettivi mette a fuoco “bene” solo a distanze intermedie.
Aggiornamento: ho scritto questo articolo diversi mesi fa, a febbraio. Sono passati ormai sei mesi e l'amata X-M1 continua a giacere sullo scaffale, ora affiancata anche da un 35mm f1.4 sempre della 7Artisans, comprato qualche settimana dopo il primo obiettivo.
Quest’ultimo, a differenza del primo, è un’ottica eccellente che mi ha piacevolmente stupito. Non ha nulla da invidiare al 35mm f1.4 Fujinon, una delle ottiche migliori della serie X, eccetto ovviamente l’autofocus che non ha (ma può essere un vantaggio se si utilizza il sistema X alla ricerca di un feeling “analogico” con lo strumento fotografico).
Fatto sta che a parte la soddisfazione di aver rimesso in funzione una fotocamera, la X-M1 con le sue due nuove ottiche continua a rimanere parcheggiata sullo scaffale come una bella auto d’epoca, incapace di dare emozioni fintanto che rimane parcheggiata in garage.
Per le vacanze, viaggiando con due bambini, un gatto e relativi bagagli, quest’anno ho deciso di partire leggero, portando con me tutte cose economiche e facilmente rimpiazzabili, ovvero “solamente”:
lo smartphone (uno Xiaomi 11t Pro, di cui vi ho già parlato, più un Huawei P10 di riserva)
un drone Dji Mavic Mini 1 (che non ho mai usato in tutta la vacanza)
una Nikon Coolpix AW100 subacquea
un Dji Osmo Pocket 1 (uno strumento meraviglioso di cui vorrei parlarvi prossimamente).
Avrei potuto portare solamente l’Osmo Pocket, lasciando a casa tutto il resto. Sarebbe stato sufficiente da solo a documentare egregiamente la vacanza. Si tratta di uno strumento fantastico, minuscolo, stabilizzato meccanicamente su tre assi, pura fantascienza fino a qualche anno fa. Registra in 4K e ci si potrebbe tranquillamente girare un film.
O forse sarebbe stato sufficiente portare solamente lo smartphone ed il powerbank, come qualsiasi persona normale del 2024, e viaggiare ancor più sereno.
Invece no, non sono riuscito comunque a partire senza mettere nello zaino tre foto-videocamere e un drone. E dire che un tempo il professionista in vacanza partiva con la sola Olympus XA.
Eppure la mia massima ambizione attuale sarebbe quella di viaggiare leggero, in vacanza e nella vita, portando con me il minimo indispensabile e soprattutto acquistando poco, cercando di uscire dalla logica degli acquisti inutili.
Ecco, razionalmente, a posteriori, le due ottiche 7Artisans ora non le comprerei, e mi pento di averlo fatto. Si tratta di uno di quegli acquisti che si fanno (per lo meno a me capita continuamente) per noia, per riempire un vuoto, per provare un oggetto di cui si è sentito parlare ma che rendono più poveri e distraggono dal momento presente.
Ultimamente mi è capitato di vedere questo video di Luciano de Crescenzo che spiega il segreto per diventare ricchi istantaneamente. Sostanzialmente bisogna abituarsi a spendere meno di quanto si guadagna. Bella scoperta, si potrebbe dire, ma per me è stata un'illuminazione e cercherò di seguire questo principio il più possibile.
Il mio augurio per tutti noi è perciò di riuscire a non comprare nulla di cui non avete bisogno. riempiendo la vita di bei momenti, e non di oggetti. Gli oggetti hanno senso solo se servono a vivere o a ricordare bei momenti.
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