New Horizons: dieci anni dopo il sorvolo di Plutone
- Alessandro Fabiani

- 7 ago
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Il 14 luglio 2015 la sonda New Horizons della NASA ha sorvolato Plutone, offrendo per la prima volta un’immagine ravvicinata e dettagliata di questo oggetto ai margini del sistema solare. Dieci anni dopo, quelle immagini restano tra le più significative mai raccolte nello spazio profondo.
Lanciata nel 2006, New Horizons ha impiegato più di nove anni per raggiungere il suo obiettivo, viaggiando per quasi 9 miliardi di miglia. Il risultato è stato un set di dati e fotografie che hanno cambiato radicalmente l’idea di Plutone che si aveva fino a quel momento.
Le immagini catturate mostrano un pianeta nano tutt’altro che statico. Si è scoperto che la sua superficie ospita ghiacci di azoto e metano, criovulcani e formazioni geologiche complesse. Una delle aree più note è Sputnik Planitia, una vasta pianura a forma di cuore che è diventata un simbolo visivo dell’intera missione.
La sonda ha fotografato anche Caronte, la luna più grande di Plutone, mostrando una superficie segnata da crateri, valli e contrasti cromatici netti. Tutto questo materiale è stato inviato a Terra a una velocità molto ridotta — 1 o 2 kilobit al secondo — impiegando oltre 15 mesi per completare il trasferimento dei dati, a causa della distanza di oltre 4 ore luce.

Le immagini a colori sono state realizzate grazie alla fotocamera multispettrale MVIC, e dopo accurate calibrazioni si è ottenuta una resa cromatica vicina a quella che l’occhio umano potrebbe percepire. Per chi si occupa di fotografia astronomica o scientifica, questa missione rappresenta un esempio importante di come la tecnica e l’osservazione possano restituire immagini dal forte valore informativo ma anche visivamente rilevanti.
Dopo Plutone, New Horizons ha continuato la sua rotta nella Fascia di Kuiper. Il 1° gennaio 2019 ha raggiunto Arrokoth (noto anche come Ultima Thule), uno degli oggetti più distanti mai osservati. Le fotografie mostrano un corpo formato da due lobi uniti, con una superficie che conserva le tracce dell’origine del sistema solare.

La missione prosegue ancora oggi, e la sonda dovrebbe uscire dalla Fascia di Kuiper entro il 2029. Tuttavia, il futuro non è garantito: una proposta di riduzione dei fondi NASA potrebbe anticipare la fine del progetto, insieme a molte altre missioni di esplorazione planetaria.
Per chi guarda a questi eventi anche dal punto di vista fotografico, New Horizons ha mostrato che l’atto di osservare — anche a miliardi di chilometri di distanza — continua a generare immagini capaci di ampliare lo sguardo, e di restituire una rappresentazione visiva di mondi che, fino a poco tempo fa, erano poco più che punti sfocati nel cielo.
















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