top of page

"Più libri più liberi" 2022, dove sono finiti i libri fotografici?


Oggi, al terzo giorno di fiera, sono finalmente riuscito a visitare l’edizione di quest’anno di “Più Libri Più Liberi”. La fiera nazionale della Piccola e Media editoria da qualche anno viene ospitata dentro “La Nuvola” a Roma e vale la pena andarla a vedere anche solo per questo. Metto subito le mani avanti in modo che sappiate immediatamente come la penso al riguardo: se il paradiso esiste deve somigliare moltissimo a una fiera piena di libri come questa.


Da operatore del settore fotografico in passato ho trovato diverse chicche in questa fiera. I libri fotografici sono da sempre una componente minoritaria dell’editoria, ma non per questo sono da considerare meno importanti. Mai come quest'anno però l'offerta in tal senso è stata povera. A parte le solite White Star e Contrasto, che sono tra le regine del settore, poche altre case editrici hanno portato libri fotografici e comunque non erano i loro prodotti di punta. Eppure la fiera è ricca, ricchissima di libri. Come al solito mi verrebbe da aggiungere. Girando tra i tanti stand l’offerta letteraria era talmente variegata che devo ammettere che per un attimo ho rimpianto di non aver lasciato il portafoglio a casa. Per più di un attimo considerando di quanto si è alleggerito, ma queste sono considerazioni personali.


Nella mia visita ho notato però che oltre all'ottima scelta di libri per bambini, narrativa e saggistica varia a dilagare oggi è il fumetto. Ogni anno il fumetto si prende spazi più importanti. E questo per me non è affatto un male. Sono appassionato di fumetti da quando ho imparato a leggere e devo ammettere che mi sono fermato a quasi tutti gli stand che ne vendevano per poi chiedermi se a Romics si possano trovare alcune delle chicche che ho visto lì dentro.


A un certo punto mi sono reso conto che la fiera divideva in due fasce i suoi frequentatori: chi aveva in mano un libro di Zerocalcare e chi no e questo collocava i secondi inevitabilmente tra gli anziani. Ma me ne sono presto fatto una ragione e ho proseguito la visita.


Non mi sono però lasciato scoraggiare e ho continuato a cercare e qualche bel libro fotografico l’ho trovato. Si tratta di libri indiscutibilmente belli, ma spesso dal prezzo improponibile e non me la sono sentita di acquistarli. Ho notato però che ci sono anche tanti libri che parlano di fotografia e alcuni sono dannatamente interessanti, soprattutto quelli sull’importanza dell’immagine nella società contemporanea. Questi libri vengono sfogliati e acquistati dalla gente perché la fotografia è più popolare di quanto tendano a pensare alcuni operatori del settore che pensano di far parte di un'élite, inoltre sono molto più economici.


Ho provato a chiedere ad alcuni editori come mai i libri fotografici stiano diventando di anno in anno sempre meno presenti e sempre più costosi immaginando già le risposte che avrei ricevuto. Qualche editore dava la colpa al prezzo della carta, qualcuno al costo troppo alto per tirature comunque piccole - mi trovavo alla fiera della piccola e media editoria ed è naturale avere risposte del genere - e qualche altro editore mi ha risposto che non si vendono più edizioni di pregio che superino una certa soglia di prezzo, ma solo libri economici e che a questo punto non ha molto senso pubblicare un libro tanto per farlo perché un libro fotografico deve avere la sua giusta importanza in una libreria.


Alla fine della visita però mi ha confortato notare che il mercato in generale è vivo. Sarà che mi trovavo in una fiera di settore e che chi paga un biglietto per entrare è interessato all’argomento, ma la gente era moltissima e ognuno prima o poi un libro lo ha acquistato. In molti casi più di uno vedendo le buste piene.


Allora mi chiedo se non vada ribaltato il punto di vista: e se la colpa della mancanza di libri fotografici fosse interamente del lettore? Oggi la fotografia è ovunque, internet ha dato uno sfogo a chiunque abbia la possibilità di scattare una fotografia e molti fotografi amatoriali della nuova generazione le loro soddisfazioni se le prendono elemosinando qualche like e non sono interessati a comprare e a custodire l'opera di qualcun altro. Come se l’ego venisse prima della curiosità di conoscere e conservare il lavoro di altri fotografi e ciò è quanto di più distante dal vero senso della fotografia ci possa essere secondo me.


Quando sono tornato a casa ho guardato l'angolo con i libri fotografici della mia libreria, a dir la verità è abbastanza grande da essere definito più di un angolo, ma tant’è, e mi sono detto che se quello è il passato, forse il passato può tornare a essere il nostro futuro solo se si avrà il coraggio di puntare su una cultura della fotografia che esca dai social e ricominci a entrare in una fiera stupenda come questa e a chiedere di poter comprare meravigliosi libri fotografici. E se saremo in tanti anche i prezzi finalmente si abbasseranno con l’aumentare delle tirature.

bottom of page