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E se i grandi marchi della fotografia fossero destinati a sparire?



Immagino che leggendo il titolo di questo post qualcuno abbia avuto un sussulto davanti allo schermo, ma oggi vorrei invitarvi a fare un ragionamento sul mondo della fotografia attuale e sulla direzione che potrebbe prendere in futuro.


Faccio una premessa: ho avuto la fortuna di nascere con una reflex Olympus OM1 in mano. Ero veramente piccolo quando ho cominciato a manifestare interesse per la fotografia e probabilmente ad attirarmi fu più la magia di poter fermare quel che vedevo che il resto, ma da allora la fotografia ha sempre rappresentato una parte importante della mia vita. Eravamo a metà degli anni '80 ed all'epoca i marchi fotografici da prendere in considerazione per acquistare una macchina fotografica nuova od usata erano tanti: la Olympus già citata, ma anche Nikon, Canon, Fujifilm, Minolta, Polaroid, Leica, Hasselblad, Pentax, Mamiya, Rolleiflex, Yashica, Minox e di sicuro ne dimentico altri. Certo, il mercato non era equamente suddiviso fra di loro, ma allo stesso tempo ogni marchio aveva la sua fascia di pubblico.


Oggi molti dei marchi citati esistono ancora, ma i numeri delle vendite fanno paura, ad esempio Canon ha appena presentato i risultati del secondo trimestre 2019 e nonostante il comparto fotografico non mi risulti sia in perdita la contrazione delle vendite è del 18,5%. E parliamo di quello che viene considerato il primo marchio al mondo per vendite di fotocamere professionali. Nikon da tempo non se la passa bene come in passato e la mia impressione personale (e per questo va giudicata come tale) è che il peggio sia tutt’altro che passato. Olympus si è ricavata una sua piccola nicchia che non sembra destinata a crescere, mentre Fujifilm dopo una crisi nera da quando ha puntato sulle mirrorless serie X e G è forse l’unico marchio storico in controtendenza, per il resto è tutto un “chi l’ha visto?”. Hasselblad ad esempio esiste ancora, ma oggi è sotto il controllo di DJI, mentre Leica al momento sembra reggere con i suoi piccoli numeri più perché vende il sogno di possedere una Leica che per altro.



Perché i marchi storici stanno soffrendo così? Per me bisogna prendere in considerazione tre motivazioni distinte: il primo grosso scossone è stato quello dovuto al digitale, sarebbe assurdo non considerare questo fattore che ha messo in crisi chi non si è saputo adeguare per tempo alla rivoluzione e c’è stato in quel momento una grossa “selezione naturale” fra i marchi. Poi c’è stato l’avvento della fotografia smartphone che ha fatto contrarre e quasi sparire il mercato di compatte e bridge togliendo una buona parte di budget da investire in ricerca a chi di queste macchine ne vendeva a palate. E comunque oggi questo fattore sta impattando negativamente anche sul mercato delle reflex e delle mirrorless entry level grazie all’enorme battage pubblicitario delle case che continuano a migliorare nei propri prodotti telefonici solamente la parte fotografica. Infine bisogna considerare che oggi il mercato è ormai saturo e manca nel consumatore la sensazione di novità nel comprare una macchina fotografica nuova considerando che ne ha una già sufficientemente prestante in casa.


Ma arriviamo al punto: oggi un marchio in forte ascesa è sicuramente Sony (che nei primi anni 2000 acquisì la Minolta e tutto il suo know how in campo fotografico) che ha dimostrato di voler investire moltissimo nel mercato fotografico attirando l’attenzione di una massa di persone diversificata per necessità e competenze: dai professionisti a coloro che necessitano di una semplice compattina. Poi, e da qui nasce la mia riflessione, c’è Panasonic che faticosamente sta risalendo la china, ma che oggi si pone sul mercato della fotografia in modo sempre più convinto.



Nel mio ruolo di tester di attrezzatura fotografica per la rivista Fotografare mi sono reso conto che prendendo accordi con i vari marchi per ottenere il materiale in prova uno dei prodotti che più mi interessava provare e valutare e che durante il test (che verrà pubblicato in autunno sulla rivista) mi ha più sorpreso è stata la Panasonic Lumix S1R. Si tratta di un prodotto con sensore a pieno formato con caratteristiche da prima della classe e che può essere considerata una degna avversaria di prodotti quali la Canon EOS R e la Nikon Z7, oltre che della Sony A7R III, di recente sostituita da un nuovo modello. Sia Sony che Panasonic sono due colossi dell’elettronica che si trovano oggi in un mercato della fotografia che vede come mai prima d’ora proprio l’elettronica prevalere per importanza su tutto il resto e che stanno conquistando un’importanza sempre maggiore in un periodo così difficile per tutti. In più possono investire in ricerca somme veramente enormi. Personalmente penso che oggi solamente Canon, grazie al suo mercato diversificato in ambito tecnologico, e Fujifilm, per la capacità di reagire e innovare dimostrata negli ultimi anni, possano essere considerati all’altezza della competizione sul lunghissimo periodo contro colossi del genere, per il resto il timore che qualche altro marchio sparirà ce l’ho da tempo e continuo ad averla.


I marchi fotografici non spariranno sicuramente domani, almeno come nome, ma quelli che non spariranno riusciranno nel tempo a non farsi comprare dai grandi colossi dell’elettronica?


Ovviamente il futuro è una pagina tutta da scrivere, per cui uno qualsiasi dei marchi storici domani potrebbe inventarsi qualcosa che sovverta questo trend e riconquistare quote importanti.

D’altra parte già in passato un gigante dell’elettronica come Samsung si è dovuta ritirare dal mercato delle fotocamere vere e proprie per concentrarsi su quelle per i propri smartphone dimostrando che non contano solamente soldi e tecnologia, ma sicuramente la questione potrebbe diventare più preoccupante nel giro di qualche anno.



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