Nuovi equilibri: il ritorno del lupo
- Alessandro Fabiani

- 12 ore fa
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Ufficio del Turismo, La Thuile (AO) –, dal 6 dicembre 2025 al 3 maggio 2026
In Valle d’Aosta, la parola “lupo” non è neutra: evoca paure antiche, discussioni moderne, conflitti tra allevatori e conservazionisti. La mostra fotografica “Nuovi equilibri: il ritorno del lupo” prova a rimettere un po’ di ordine in tutto questo, usando le immagini come strumento di conoscenza più che come arma polemica.
Allestita negli spazi dell’Ufficio del Turismo di La Thuile, l’esposizione raccoglie le fotografie naturalistiche di Francesco Guffanti e André Roveyaz, due fotografi che il lupo non lo hanno visto solo nei documentari. I loro scatti, realizzati nell’ambito di progetti di monitoraggio e conservazione (tra cui le iniziative di “Io non ho paura del lupo” e del progetto LIFE WolfAlps), mostrano l’animale nella sua quotidianità: in branco sulla neve, di notte immortalato dalle fototrappole, di spalle mentre attraversa radure che sembrano vuote, ma non lo sono più.
La cosa interessante, a livello fotografico, è che questi non sono “ritratti glamour” del lupo. Spesso l’animale è piccolo nel fotogramma, parte di un paesaggio più grande. L’occhio è invitato a cercarlo, a riconoscerlo tra alberi e pendii, esattamente come accade in natura. In altre immagini, invece, il dettaglio del pelo, dello sguardo, lascia pochissimo margine d’equivoco: è un predatore, ma non è un mostro.
La mostra si costruisce su questo doppio registro: il fascino dell’animale e la complessità della convivenza. Pannelli esplicativi – frutto del lavoro degli enti scientifici coinvolti – spiegano da dove arrivano i branchi, come si muovono, quali sono i dati reali sui danni al bestiame e quali le misure di prevenzione possibili. Il tutto accompagnato da brevi testi che contestualizzano le fotografie: quando è stata scattata, in quale vallone, in quali condizioni.
Per chi fotografa fauna, “Nuovi equilibri” è anche un manuale pratico al contrario: vedere quanto lavoro, quanta pazienza e quanta conoscenza del territorio servano per portare a casa pochi scatti buoni è la miglior cura contro l’idea romantica del “vado un weekend e fotografo il lupo”. Per chi, invece, il lupo lo vive come problema, la mostra offre la possibilità di guardarlo in faccia – almeno in fotografia – senza filtri e senza slogan.
Alla fine, il titolo è preso sul serio: non si tratta di scegliere una parte, ma di immaginare davvero quali “nuovi equilibri” siano possibili tra animali selvatici, attività umane e paesaggio alpino.
















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