Vogue per questioni ambientali rinuncia alla fotografia per un numero, ma ha senso?
Il numero di gennaio 2020 della versione italiana di Vogue sarà un numero speciale che rinuncia, per la prima volta in 130 anni di storia, alle fotografie. Le sostituisce con dei disegni ed illustrazioni di artisti e lo fa, a detta del direttore Emanuele Farneti, per sensibilizzare sui temi ambientali.
Vi starete chiedendo cosa c’entri la salvaguardia dell’ambiente con la rinuncia alla fotografia da parte di una rivista che ha sempre utilizzato la fotografia per promuoversi. E che fotografie, considerando che su quella rivista il livello è spesso altissimo. Ma che impatto ha la fotografia sull’ambiente? Si parla di viaggi aerei risparmiati dai fotografi, si parla genericamente di plastica e di scatole risparmiate per l’imballaggio dei materiali, di luci di studio molto potenti che non verranno accese, di spostamenti in auto e furgoni per spostare le persone (modelle, fotografi e assistenti) che non verranno effettuati. Tutte questioni che dette così sembrano avere un senso, ma che in realtà servono principalmente a fare una grande pubblicità alla rivista facendo poco o nulla per l’ambiente.
A mio avviso si tratta quasi di una presa in giro al lettore se posta in questi termini, vi spiego in poche parole perché: che l’ambiente stia a cuore a tutti è indiscutibile, io stesso come fotografo di paesaggio mi occupo spesso di ambiente e cerco di allarmare su tematiche di tipo ambientale quando mi trovo di fronte a luoghi od animali che rischiano di scomparire, ma il risparmio di emissioni nocive o di CO2 che si può avere non utilizzando la fotografia per un numero di una rivista è semplicemente risibile visto che una rivista oggi inquina moltissimo. Dovete sapere infatti che stampare una rivista ha un costo per l’ambiente molto alto: ci sono le macchine che stampano e che utilizzano moltissima corrente, gli inchiostri usati che fanno lavorare le industrie chimiche, la carta che, anche quando è riciclata e non ha visto abbattere nemmeno un albero, ha comunque dovuto subire una serie di passaggi nei quali vengono utilizzate sostanze chimiche ed una gran quantità di elettricità. Non consideriamo il costo energetico per i tanti computer accesi di giornalisti e grafici perché difficilmente quantificabile ma comunque esistente. Considerate poi che quando una rivista è stata stampata deve essere trasportata da una tipografia alle edicole e lo fa con i camion ad un costo energetico per la terra di gran lunga maggiore a quella di un qualsiasi set fotografico.
Penserete che sia finita qui, invece dovete considerare che una volta finito il mese tutte le riviste invendute devono essere obbligatoriamente ritirate dalle edicole (nuovamente con i camion, non è che ci vada un ragazzo in bicicletta a ritirare l’invenduto) ed i resi vengono inviati al macero per essere riciclati.
Una rivista ha un costo alto per l’ambiente, così come tutto ciò che fate ha purtroppo un impatto per l’ambiente. Anche ora che state leggendo questo articolo state consumando energia di un computer o di uno smartphone, che sono inoltre oggetti che per essere costruiti e smaltiti hanno un costo per l’ambiente semplicemente enorme. Oggetti che arrivano dalla Cina con navi container che inquinano non solo l’aria, ma anche i nostri mari. Ogni cosa che facciamo impatta sull’ambiente, per questo dico che affermare che si rinuncia ad una serie di servizi fotografici per salvare l’ambiente può avere un buon traino pubblicitario, ma con le questioni ambientali ha poco o nulla a che fare.
Non vi rallegrate quindi, con questo numero di Vogue l’ambiente non è stato salvato.
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